Atlante di nuvole

La serie nasce da una riflessione sul concetto di “casa” e su come essa possa ricomporsi, in modo frammentario e intimo, anche nella distanza. In questo contesto, le nuvole assumono un ruolo centrale: pur nella loro costante trasformazione, evocano una presenza familiare, diventando figure liminali tra ciò che permane e ciò che svanisce, tra il ricordo e l’oblio.

Composta da dipinti a olio su tela di piccolo formato (15 x 15 cm), l’opera indaga la natura transitoria dell’esperienza e della memoria attraverso la rappresentazione del cielo e, in particolare, delle nuvole. Questi soggetti, per loro stessa natura inafferrabili e mutevoli, vengono assunti come metafore visive di quei segni minimi – gesti, inflessioni, rituali quotidiani – che costituiscono l’identità e il senso di appartenenza di un individuo.

L’intero corpus si configura come un atlante poetico della memoria, esplorando la tensione tra permanenza e impermanenza e restituendo all’osservatore un’immagine dell’identità come paesaggio in continua mutazione.